lunedì 1 dicembre 2008

Braveria e mafia




Sciascia usa il termine braveria per indicare quel comportamento spavaldo fatto di sopraffazione nei confronti degli onesti, tipico dei bravacci, cioè della soldataglia al servizio di prepotenti signori di origine medioevale. Ha, a mio avviso, tanto a che vedere con l'antico concetto di arethè, tipico della Grecia antica, che indica il valore dell'uomo in quanto capace di uccidere i nemici e difendere sé, la propria roba e i propri amici. E nelle culture primitive della nostra penisola, laddove lo stato non ha avuto la forza e la capacità di governare la situazione con l'autorevolezza della legge e della giustizia, questa braveria ha dato prova di sé, chiamandosi guapperia a Napoli, balentìa in Sardegna, mafia in Sicilia. Interessante, poi, è ricostruire l'etimologia della parola 'ndrangheta, che in Calabria indica lo stesso atteggiamento e ha dato origine alla corrispettiva criminalità organizzata. La parola 'ndrangheta deriva dal vocabolo greco, e la Calabria era Magna Grecia, andragathos [andròs (kalòs kai) agathòs] cioè uomo di valore.