martedì 4 maggio 2010

Giornalisti

Ieri è stata una giornata importante per l'informazione (e noi in Italia abbiamo bisogno di giornalisti con la schiena dritta). Ieri, in Lombardia, si è voluto ricordare le troppe vittime tra i giornalisti, vittime del terrorismo, vittime della guerra, vittime della mafia, vittime per aver cercato di fare con dignità professionale il proprio lavoro.

Un ricordo per Giancarlo Siani, un ricordo per Walter Tobagi, un ricordo per Ilaria Alpi, un ricordo per Enzo Baldoni, un ricordo per tanti, troppi eroi, non sempre riconosciuti come tali.

Ma un particolare ricodo agli 8 (otto, capite?) giornalisti uccisi dalla mafia:

Cosimo Cristina, ucciso a 24 anni, nel 1960, fu simulato un improbabile suicidio e la chiesa rifiut; di celebrarne i funerali religiosi,

Mauro De Mauro, rapito, ucciso nel 1970 e mai più fatto ritrovare,

Giovanni Spampinato, ucciso nel 1972 a 25 anni,

Giuseppe, Peppino Impastato, fatto saltare in aria con una carica di tritolo per simulare l'attentato terroristico nel 1978, a 30 anni,lo stesso giorno in cui fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro assassinato dalle "brigate rosse",

Mario Francese, ucciso nel 1979 a 54 anni,

Giuseppe, Pippo Fava, ucciso nel 1984, a 59 anni,

Mauro Rostagno, ucciso nel 1988 a Trapani, lui che siciliano non era, ma che, come Danilo Dolci era venuto in Sicilia per riscattare i tanti, troppi, che della Sicilia sono vittime,

e Giuseppe, Beppe Alfano, assassinato nel 1993 a 58 anni.

No, non permettiamo a nessuno di ucciderli nuovamente dimenticandoli.

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